Inviti, cataloghi e materiali relativi a mostre personali, collettive e antologiche conservati nel Fondo Macrí

a cura di Sara Risi

 

In questa sezione sono presentati “altri materiali” dispersi facenti parte del Fondo Macrí: gli inviti e i cataloghi di mostre d’arte per un totale di circa 800 pezzi. Questi materiali sono stati suddivisi in tre parti: una prima sezione, ordinata alfabeticamente, è costituita da 670 pezzi tra cataloghi e inviti di mostre individuali e collettive non antologiche e brochures informative su singoli artisti (senza riferimenti a mostre in corso al momento della stampa dell’opuscolo); nella seconda sezione si trovano, ordinati cronologicamente, gli inviti alle mostre antologiche (per un totale di 88 pezzi), su argomenti che costituiscono il titolo vero e proprio della mostra; infine la terza sezione, costituita da una cinquantina di pezzi (sempre ordinati cronologicamente) riuniti sotto la dicitura “varie”, comprende biglietti d’auguri inviati dalle Gallerie in occasione delle feste natalizie con riproduzioni di opere d’autore, cataloghi di eccezionali vendite all’asta, inviti a conferenze, cedole di prenotazione libraria per monografie dei pittori, ecc. Là dove il materiale è ordinato alfabeticamente (è il caso della prima sezione), si è indicato il cognome e nome dell’artista, il luogo (città e galleria) e la data della mostra, seguita da eventuali note contenenti informazioni aggiuntive; dove invece l’ordine è unicamente cronologico (seconda e terza sezione) è stato indicato l’anno della mostra seguito dal periodo (mese e giorno) tra parentesi tonde, il luogo e note (come nel caso della prima sezione). Nella maggioranza dei casi, le date (comprensive dell’intera durata della mostra oppure del solo giorno dell’inaugurazione) sono riportate sugli inviti o sui cataloghi; nei casi di  mancanza di uno o più elementi della data (anno/mese/giorno) si è cercato di risalire almeno all’anno della mostra partendo dai riferimenti reperiti sull’opuscolo (le date delle opere riprodotte o delle ultime mostre dell’artista indicate…). Altre volte, trattandosi di inviti spediti per posta la data è stata ricavata dal timbro postale.
  Tra gli inviti e i cataloghi che Macrí aveva conservato, il primo risale al 1937, anno in cui Ottone Rosai espose insieme ai suoi allievi a Genova nella Galleria d’Arte “Genova” dal 16 al 30 novembre; l’ultimo è del 1995, per la mostra di Giuliano Vangi a Firenze al Forte di Belvedere dal 16 giugno all’8 ottobre.
  Le opere esposte riguardano dipinti, acquerelli, tempere, collages, litografie, serigrafie, xilografie, acqueforti, incisioni, ma non mancano mostre di sculture, terrecotte, ceramiche e gioielli.
  Dato che Macrí trascorse più della metà della sua vita a Firenze, la maggior parte degli eventi di cui veniva informato e di cui ha conservato documentazione si sono svolti proprio nel capoluogo toscano. Seguono altri capoluoghi di provincia con numerose presenze (in ordine decrescente): Milano, Roma, Venezia, Prato, Lecce, Torino, Cagliari e Taranto. Anche agglomerati di più piccole dimensioni compaiono: Fiesole, Montecatini Terme, Viareggio… Anche alcune importanti città europee ospitarono una buona parte di mostre di cui è conservata traccia: Parigi, Atene, Colonia, Monaco… e non mancano metropoli d’oltreoceano come New York e Philadelphia.
  Nell’ambito del capoluogo toscano, le gallerie dove si è svolto il maggior numero di esposizioni sono: la Galleria Michaud, la Galleria d’Arte Moderna «L’Indiano», la Galleria d’Arte Moderna «Il Fiore» e Palazzo Strozzi, con il Gabinetto Vieusseux e «La Strozzina» (dove si tenevano mostre permanenti di arte figurativa). Tra le altre gallerie italiane che ospitarono un numero rilevante di mostre di cui si trova memoria nel Fondo Macrí ricordiamo: la Galleria «Santa Radegonda» a Milano, Palazzo Grassi a Venezia, la Galleria d’Arte Falsetti a Prato, il «Centro di Cultura Democratica» a Cagliari. Tra  gli altri luoghi di esposizione anche le «Salette» (la «Saletta Gonnelli» a Firenze, che faceva parte della libreria Gonnelli ancora esistente), i castelli (il Castello di Carimate, in provincia di Como), i locali pubblici, i bar, i ristorant, i night-clubs (il Caffè Biondi “Corona d’Italia” a Montecatini Terme, il ristorante night-club «Oliviero» ai Ronchi, a Marina di Massa in provincia di Massa Carrara).
  Molto spesso le mostre erano anche l’occasione per la presentazione di monografie sull’artista o sugli artisti coinvolti. Non pochi tra gli inviti rinvenuti sono personalizzati e recano firme autografe e dediche manoscritte degli artisti espositori o dai responsabili delle gallerie ospitanti che intendevano sottolineare l’importanza che aveva per loro la presenza del critico all’inaugurazione della mostra.
  Negli inviti, nei cataloghi e negli opuscoletti del Fondo che abbiamo riordinato si trovano spesso presentazioni, introduzioni e testimonianze di nomi illustri della critica d’arte, della letteratura, della poesia e della critica letteraria (compresi i militanti della terza generazione); elencandoli in ordine alfabetico troviamo: Luigi Baldacci, Mario Bèrgomi, Attilio Bertolucci, Carlo Betocchi, Piero Bigongiari, Vittorio Bodini, Lanfranco Caretti, Ercole Ugo D’Andrea, Nicola G. De Donno, Libero De Libero, Domenico De Robertis, Alfonso Gatto, Mario Luzi, Eugenio Miccini, Donato Moro, Vittorio Pagano, Alessandro Parronchi, Guglielmo Petroni, Lamberto Pignotti, Vasco Pratolini, Carlo Ludovico Ragghianti, Edoardo Sanguineti, Piero Santi, Sergio Solmi, Sebastiano Timpanaro, Diego Valeri… Rinvenute anche presentazioni di pittori;  tra questi Pietro Annigoni, Antonio Bueno, Massimo Carrà, Vincenzo Ciardo, Silvio Loffredo, Bruno Pincherle, Bruno Rosai, Mario Sironi, ecc.
  Abbastanza frequente l’inserimento di poesie all’interno delle introduzioni dei cataloghi. Ecco alcuni esempi:
a) una lirica di Pier Paolo Pasolini dell’aprile del 1957 (pubblicata nell’Appendice a «Le ceneri di Gramsci», con il titolo Domenica all’Acqua Acetosa) ispirata dal quadro Domenica all’Acqua Acetosa di Anna Salvatore per la mostra tenutasi dal 2 al 15 maggio di quell’anno a Roma alla Galleria “Il Pincio”:


Io so che in questi quartieri
che atrocemente rosa vi circondano
non si può essere leggeri

che per cinismo, giocondi
che per empietà: eppure sento
che è abbastanza grande il mondo

per contenervi così, spenti,
ormai non più né puri né corrotti,
a conoscere d’improvviso il silenzio…

Che è abbastanza grande la vita
per ridursi ai quattro ardenti lotti
che vegliano sulla campagna sfinita,
a un paio di grossi e neri occhi.

b) un componimento di Pablo Luís Avila tradotto da Cesare Segre col titolo Tiepidi Settentrioni in un catalogo della mostra dello stesso poeta-pittore tenutasi a Torino presso la Galleria d’Arte Moderna Viotti dal 5 al 18 aprile 1969;
c) un testo di Carlo Betocchi intitolato La rosa venduta d’inverno pubblicata in Carlo Betocchi, Poesie, Vallecchi Editore, 1955, riproposto per la mostra di Sergio Scatizzi che si tenne a Prato alla Galleria d’Arte «Metastasio» dal 7 al 20 marzo 1970;
d) un componimento-lettera di Ernesto Treccani datato 4 dicembre 1971, dedicato a Marisa Tosi che espose a Firenze alla Galleria d’Arte Moderna «L’Indiano» dal 18 al 31 dicembre di quell’anno:

Cara Marisa, scrivi nella tua
lettera: «dipingere è una difesa
credo senza pigrizia da quell’aria
di sottile violenza che avviene
di continuo intorno alla persona
umana, da quel vuoto, ombre,
fumo… ».
Colpisce nella tua pittura
l’alta astrazione di questa
«difesa». Non cerchi la
mediazione prudente con le cose,
per costringerle a te in una
convivenza comunque le
combatti.
Tu, per chi ti conosce così
incerta nei passi della vita,
hai nella pittura un energico
colpo d’ala che ti eleva al di
sopra dell’approssimazione
(naturalistica o espressionistica)
del reale e ti fa inventare
simboli. Con questi, forme
elementari e sinuose crei lo
spazio in cui ti è possibile
vivere. La tua pittura ha
un senso per gli altri in quanto
ci offri una chiave. La tua
difesa è proposta di un
mondo diverso.

e) due componimenti poetici di Rafael Alberti nelle versioni di Oreste Macrí per le mostre (entrambe tenutesi a Firenze presso la Galleria d’Arte Moderna «L’Indiano») di Pino Reggiani inaugurata il 15 maggio 1976 e di Gabriele Ricceri.

Sempre nell’ambito dei rapporti tra arte e poesia ricordiamo anche la mostra tenutasi a Firenze presso il Gabinetto Vieusseux dal 26 gennaio al 15 febbraio 1973 nella quale furono esposti i disegni di Mihu Vulcanescu eseguiti per Il Porto Sepolto e Il Dolore di Giuseppe Ungaretti, per La vita non è un sogno di Salvatore Quasimodo e per Ossi di seppia di Eugenio Montale.

Alla fine del lavoro, i più sentiti ringraziamenti alla Prof. Anna Dolfi, che mi ha costantemente seguito e incoraggiato; alla Dott. Gloria Manghetti, responsabile dell’Archivio Contemporaneo «Alessandro Bonsanti», e con Lei a tutto il personale dell’Archivio, per la disponibilità e  i preziosi consigli.

s.r.

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